Futuro in Circolo
È sempre una questione di fisica!
di Vincenzo Schettini

Vincenzo Schettini, fisico, professore e divulgatore scientifico, noto per il format La Fisica che ci piace
Sono emozionato di essere qui con voi. Per me Futuro in Circolo è un’incredibile occasione per continuare a ispirare l’energia creativa di bambine bambini, ragazze e ragazzi e per far crescere la loro consapevolezza su temi che ci toccano da vicino come la gestione responsabile delle risorse, la transizione energetica e l’economia circolare.
Il modo in cui tutti noi viviamo la sostenibilità è cambiato molto negli ultimi anni. Temi come la transizione energetica o l’economia circolare, che fino a poco tempo fa sembravano lontani dalle nostre vite, oggi sono parte integrante della quotidianità e rappresentano una straordinaria opportunità. Soprattutto, sono tematiche che riguardano il futuro di milioni di giovani che oggi frequentano le scuole. E proprio per questo è fondamentale parlarne in classe.
Come possiamo, quindi, portare un cambiamento positivo? Prima di tutto, e lo dico da docente, occorre ripensare il modo in cui insegniamo.
Oggi chi studia ha un modo completamente diverso di avvicinarsi alla conoscenza: servono esperienze concrete che stimolino il pensiero critico e la partecipazione attiva, proprio come succede in Futuro in Circolo che mixa momenti di acquisizione della conoscenza con momenti di attuazione, a scuola e fuori, sul territorio.
Ogni cambiamento parte da un’azione individuale che, sommata a 10, 100, 1.000 altre, diventa un’onda di trasformazione
Parlare di sostenibilità è essenziale e la differenza la fa il modo in cui la insegniamo.
Pensiamo alla didattica attiva e al learning by doing che permettono di imparare facendo, di applicare subito la teoria alla pratica, interessandosi alla realtà circostante. Proprio come succede nel contest In Movimento per la Biodiversità che chiede a tutte le scuole d’Italia di unire le energie per esplorare l’ambiente di prossimità e trovare, condividere e proteggere la biodiversità locale. Il contest rende pratici concetti che, altrimenti, resterebbero astratti.
Il nostro obiettivo di docenti dovrebbe essere proprio questo: portare il mondo reale in classe, per avvicinare bambine e bambini, ragazze e ragazzi alla scienza e alla sostenibilità in modo coinvolgente.
Questo, ovviamente, non significa eliminare la lezione frontale, che resta fondamentale. Significa, però, affiancarla ad altri metodi che stimolino il confronto e la partecipazione. Le generazioni più giovani sono sempre meno abituate al dialogo diretto, anche a causa del continuo uso di smartphone e tablet.
Sta a noi docenti creare spazi in cui possano scoprire, agire e raccontare le esperienze vissute per proteggere il nostro Pianeta. E sta sempre a noi valorizzare anche il più piccolo gesto, perché ogni cambiamento parte da un’azione individuale che, sommata a 10, 100, 1.000 altre, diventa un’onda di trasformazione.
La fisica non è qualcosa di gelido, astratto, riservato a poche o a pochi. È una lingua, una lente, un dono: il dono di comprendere
La fisica, ve lo dico con il cuore, non è solo una materia da studiare, un insieme di formule da ricordare. È un modo di guardare il mondo. È la poesia nascosta nelle leggi che regolano il moto, l’energia, lo spazio e il tempo. Capire la fisica significa capire come funzionano le cose e, soprattutto, significa guardare il mondo che ci circonda con una scintilla di curiosità sempre accesa.
Facciamo un esempio: quando guardiamo un tramonto, non vediamo solo un cielo arancione. Dietro quel colore ci sono interazioni di onde elettromagnetiche e particelle che oscillano. Capire la fisica significa rendersi conto che ogni cosa, anche la più quotidiana, ha una storia e una struttura scientifica. Questo non toglie magia: al contrario, la rende ancora più affascinante.
C’è di più: la fisica non solo ci spiega come stanno le cose, ma ci permette di prevedere cosa succederà. Questa potenza predittiva è fondamentale perché ci aiuta a progettare tecnologie, a prevenire disastri, a costruire un futuro più sicuro.
Ogni grande tecnologia nasce dall’applicazione di principi fisici. Pensiamo ai pannelli solari: sfruttano l’effetto fotovoltaico, un fenomeno spiegato dalla fisica dei semiconduttori. Prendiamo i mezzi di trasporto: lo studio della resistenza dell’aria e dell’attrito ci permette di progettare veicoli più efficienti, che consumano e inquinano meno.
La fisica è essenziale per la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile. Uno dei suoi pilastri è il principio di conservazione dell’energia: l’energia non si crea né si distrugge, ma si trasforma. Questa legge ci guida nella transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili. Quando produciamo energia da sole, vento o acqua, stiamo trasformando energia già presente in natura. La fisica ci aiuta a massimizzare queste trasformazioni in modo efficiente, minimizzando le perdite.
Ma non basta produrre energia “verde”: dobbiamo anche usarla bene. Qui entra in gioco la termodinamica, che studia la conversione dell’energia e ci permette di progettare impianti più efficienti, isolare meglio gli edifici, ottimizzare i processi industriali. La fisica ci insegna non solo a generare energia, ma a conservarla e utilizzarla con saggezza.
La fisica ci ricorda anche l’importanza di collaborare per raggiungere gli obiettivi: la scienza dei materiali, per esempio, è un campo interdisciplinare che coinvolge fisica, chimica e ingegneria. Per costruire pannelli solari più efficienti, batterie più performanti e sistemi di accumulo leggeri, abbiamo bisogno di materiali innovativi: semiconduttori, leghe, nanotubi...
Insomma, se impariamo a guardare la realtà con gli occhi della fisica, diventa più facile lavorare insieme per una transizione energetica giusta, per uno sviluppo davvero sostenibile, per un futuro in cui la scienza sia al servizio dell’umanità e delle generazioni che un domani abiteranno il nostro Pianeta, l’unico che abbiamo.
E allora, buon Futuro in Circolo a tutte le scuole, ci vediamo in... Movimento!
La fisica è indispensabile. Ci aiuta a comprendere in modo profondo la realtà, a guardarla con occhi nuovi e ci fornisce gli strumenti per intervenire
